Cosa voglio dall'allevamento

Il mio progetto è quello di arrivare un giorno a selezionare qualche coppia di soggetti ancestrali di ottima tipicità, più alcune coppia di soggetti mutati di taglia nostrana, ma non mi interessano troppo le infinite sovrapposizioni di mutazioni a cui si sta assistendo in questi anni... Ritengo, infatti, che, poche mutazioni riescano ad eguagliare l'innegabile fascino degli ancestrali, ossidate o diluite che siano... L'importante è avere soggetti ben rappresentativi della sottospecie a cui appartengono e molto tipici nella mutazione, per l'appunto...
Se poi tutti questi soggetti avessero un perfetto imprinting da cardellino selvatico e, per quanto riguarda i maschi, un canto gradevole credo che di più non potrei chiedere!!!
Il problema dell'imprinting è da me molto sentito, infatti, pur non volendo selezionare il canto per il momento (inteso come mettere i giovani a scuola, trovare un maestro, etc...) trovo estremamente sgradevole vedere cardellini che fanno altri versi, che hanno comportamenti strani, che insomma, non sono dei veri cardellini...
Per il momento non mi resta che sperare, pazientare, selezionare...
Alleviamo il nostrano!!! Ed alleviamolo
bene!!!!


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Ultimi scatti Ottobre 2010

PASSIONE CARDELLINO

Nuovo spazio dedicato all'allevamento del cardellino concesso da Avifauna, incontriamoci lì per discutere della nostra passione!
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23 febbraio 2009

ACIANISMO

Il fenomeno dell'acianismo è caratteristico di tantssime razze animali. Negli uccelli, in particolare, in alcune specie è un fenomeno diffusissimo (tutti i canarini lipocromici, per esempio, sono, in realtà, dei melaninici che, per effetto della mutazione non esprimono le melanine sul piumaggio, ma i soli lipocromi), mentre nei fringillidi, animali selezionati in cattività da tempo (relativamente) breve, è un fenomeno molto raro...
Di cosa si tratta? Semplicemente della scomparsa delle melanine in maniera parziale prima e, totale poi... Sembrerebbe infatti (i meccanismi di trasmissione di questo tipo di mutazione sono tuttora oggetto di studio) che questa sia una mutazione multigenica (nel senso che agisce su un pool di geni) e additiva: cioè l'estensione delle macchie acianiche (pezzature) tende ad aumentare quando, per effetto di accoppiamenti mirati o altri motivi ancora ignoti, i geni interessati dalla mutazione aumentano o aumenta la penetranza/dominanza della mutazione stessa.
Pare, comunque, che il comportamentosia di tipo dominante... non dovrebbero esistere, di fatto, portatori fenotipicamente ancestrali.
Nei cardellini questo fenomeno è abbastanza conosciuto e variegato; se è vero infatti che in cattività esistono pochissimi cardellini affetti da acianismo, ed ancora di meno sono quelli che nascono da accoppiamenti mirati (spesso è il caso o la fortuna a determinare la nascita del soggetto particolare), il fenomeno è abbastanza noto a tutti gli estimatori di questa specie; anche, infatti, quando i cardellini non si allevavano, ma si detenevano solo soggetti di cattura, quelli affetti da questa mutazione hanno sempre riscosso molto successo... al punto tale da meritarsi anche tutta una serie di nomenclature (favati, sciarpati, gola bianca, pezzati) a seconda dell'estensione e della posizione della pezzatura (che, non chiedetemi perchè, nella stragrande maggioranza dei casi, si mostra nella zona del sottogola).
La mia avventura con l'allevamento di questa tipologia di uccelli è iniziata quest'anno, ed in modo molto casuale:
un giorno, infatti, un amico, in difficoltà con un pullus di pochi giorni (la cardellina aveva abbandonato il nido), approfittando di una mia nidiata contemporanea, decise di affidare il piccolino a me...
Una volta svezzato, notai, da un attenta osservazione, che il piccolo in questione presentava una piccola macchia bianca nel sottogola... possibile?
Prontamente lo chiamai e lui, sorpreso ed emozionato quasi quanto me mi disse: quel piccolino è il figlio di un cardellino favato...
Il piccolo, oramai mio per diritto, terminò la muta velocemente al punto tale che, ad agosto, eravamo già in grado di affermare che fosse femmina;
immediatamente iniziai a fantasticare sulla possibilità di accoppiare il padre con la figlia, nel tentativo di rafforzare quella caratteristica nella prole, ma non avevo fatto i conti con la sorte: il padre morì inspiegabilmente, dopo aver completato una bellissima muta (ci dovrebbe essere una sua foto in qualche intervento precedente).
Ma la cardellina è ancora qui ed allora, spinto dalla voglia di capire di più e dal fascino di questa particolarissima mutazione, quest'anno mi sono procurato alcuni altri soggetti...
Speriamo di riuscire ad accoppiarli e, magari, ad ottenere anche qualche piccolo risultato.